martedì 30 giugno 2009

Forza Nuova in azione

Ripresa delle attività dopo la pausa elettorale. Forza Nuova Genova organizza un presidio di successo contro il Gay pride. Si alzano mongolfiere con le critte Dio Patria e Famiglia. Sono migliaia i cittadini che passano a dare la solidarietà ai forzanovisti in piazza. Forza Nuova Trieste da vita ad una manifestazione contro il G8. Forte attenzione della stampa locale ed internazionale presente all' evento.
Nel casertano nasce la Lega della Terra. Roberto Fiore riunisce un centinaio di allevatori che subiscono sulla loro pelle l'assurdità delle quote latte e la concorrenza ( imposta dalla mafia) di latte che viene dall' estero ed è di pessima qualità. Fiore si reca poi nel beneventano per festeggiare con oltre 250 persone del posto ed il responsabile Beniamino Iannace, lo storico risultato di San Leucio nel Sannio dove Forza Nuova a due mesi dalla nascita raccoglie oltre il 12% dei voti.
Il Movimento riprende quindi le attività in tutta Italia con il fermo proposito di dare concretezza e forza alle idee che l'hanno sempre contraddistinto.

sabato 27 giugno 2009

Montesilvano: Forza Nuova chiede dimissioni del sindaco

La segreteria cittadina di Forza Nuova, a fronte della chiusura delle indagini e del contestuale rinvio a giudizio per tentata concussione, chiede le immediate dimissioni del dott. Pasquale Cordoma dalla carica di sindaco di Montesilvano.Un sindaco che ha incentrato la sua campagna elettorale sulla trasparenza e sulla legalità e che si vede collezionare indagini ed avvisi di garanzia, non può rappresentare in alcun modo il tanto decantato cambiamento che la città si aspettava dopo la funesta esperienza Cantagallo.Se dal punto di vista giudiziario la sua colpevolezza è ancora da provarsi, sul piano politico giunge fisiologica la condanna, e senza attenuanti.Non solo. C’è da attendere anche la chiusura delle indagini per l’altra inchiesta che lo vede coinvolto sui concorsi sospetti di settembre 2007, a soli tre mesi dal suo insediamento nel Palazzo di Città. Montesilvano sembra avere una specie di iettatura istituzionale cucita sul gonfalone comunale: la “maledizione dei due anni”, tanto pare sia il tempo che dura un sindaco da queste parti.
Ufficio Stampa
Forza Nuova Montesilvano

giovedì 25 giugno 2009

Volantinaggio a Colognola

Nella serata di ieri, fino quasi a mezzanotte, una decina di militanti forzanovisti sono stati presenti nelle strade di Colognola in un volantinaggio di sensibilizzazione, in merito all'aggressione avvenuta sabato sera ai danni di una giovane coppia.Sono stati distribuiti sia delle copie del comunicato stampa sia dei volantini inerenti alla sicurezza.Forza Nuova ha riscontrato un diffuso consenso e i militanti si sono fermati in più occasioni a parlare con bergamaschi esasperati dalla situazione di invivibilità del quartiere.Agghiacciante è stato, in particolare, il racconto di una signora la cui figlia è stata vittima di un tentativo di stupro proprio sotto il portone di casa.La signora si è detta scandalizzata del fatto che non c'è più una famiglia che si fidi a fare giocare i figli da soli nel quartiere o che gli consenta di andare a scuola da soli.In merito a ciò, Forza Nuova non può che dirsi preoccupata in modo particolare del fatto che che gli italiani possano iniziare a considerare normale e ordinaria questo tipo di situazione.Forza Nuova sarà presente, n modo costante, n tutti i quartieri di Bergamo per coltivare, insieme ai bergamaschi, sogno: tornare a vivere il proprio quartiere.
Ufficio Stampa
Forza Nuova Bergamo

mercoledì 24 giugno 2009

Razzo Usa sulla folla al funerale, 83 morti

Il missile è stato sparato da un drone; in mattinata con lo stesso metodo era stato ucciso un capo talebanoISLAMABAD (Pakistan) - A meno di due mesi dalle molte vittime civili causate per errore in un attacco alla località afghana di Farah, gli Stati Uniti si trovano di fronte ad un nuovo simile incidente per il lancio martedì di un razzo da parte di un drone, un velivolo senza pilota, su persone riunite per un funerale nel Waziristan meridionale. Il bilancio dell'incidente parla di almeno 83 morti. LA RICOSTRUZIONE - Secondo fonti locali circa 200 persone si erano radunate a Shobikhel, villaggio natale del comandante talebano radicale Baitullah Mehsud, per rendere l'estremo saluto a un capo talebano, di nome Khozhwali, ucciso in mattinata sempre da un razzo lanciato da un drone. Mentre era in corso la cerimonia, un secondo drone ha sparato due razzi che hanno causato 83 morti e ferito altre decine di persone. DRONI IN AZIONE - Da due settimane si sono intensificate le operazioni aeree statunitensi e le incursioni delle forze di sicurezza pakistane sul Waziristan meridionale, turbolenta regione tribale al confine con l'Afghanistan, dove si troverebbero le basi più importanti di Mehsud, considerato vicino ad Al Qaeda. Nei giorni scorsi, si è appreso, alcuni dei razzi avrebbero centrato il quartier generale di due capi talebani radicali: il pachistano Qari Hussain e l'afghano Sangeen, che sarebbero stati uccisi. Da tempo i droni Usa operano nella zona di frontiera fra Pakistan e Afghanistan, con azioni che hanno colpito molti obiettivi strategici dei talebani, ma che spesso hanno causato vittime fra la popolazione, creando gravi problemi al governo del presidente Asif Ali Zardari. Questo ennesimo incidente, che coinvolge civili, avviene ad appena tre giorni dalla prima ammissione ufficiale da parte di Washington di un errore nell'uso dei droni in un massacro avvenuto il 4 maggio a Farah, in Afghanistan.

Solidarietà all'Iran

Vorrei esprimere la mia massima solidarietà al popolo iraniano ed al Presidente Ahmadinejad per i continui attacchi, subiti prima e dopo le elezioni, da parte di tutte le forze internazionali sedicenti democratiche e liberali.Da molto tempo si cerca di fomentare le opposizioni minoritarie negli stati non allineati alla politica occidentalista.Un’operazione di abile manipolazione mediatica ha inculcato nelle teste dell'opinione pubblica di tutto il pianeta che Ahmadinejad, legittimo presidente dell'IRAN (rieletto a stragrande maggioranza), fosse in netto calo di consensi e che l'affluenza di moltissimi giovani alle urne avrebbe quasi certamente garantito la vittoria del moderato Moussavi. Chiaramente tutto ciò si è dimostrato falso, tanto che, stante la grande affluenza, nessun sondaggio ne alcuna proiezione a spoglio iniziato hanno lontanamente confermato i proclami deliranti dello sfidante filo occidentale che a due ore dalla chiusura del voto si è persino dichiarato vincitore.Ahmadinejad piace a pochi e in questi giorni ne abbiamo avuto la conferma. Tutti i media occidentali riportano a piena voce le parole dello sconfitto che ha definito le elezioni una farsa.Il bello è nel vedere come i media piangono la "morte" della democrazia in Iran, mentre si scordano che proprio in quel paese, nel 1951, fu democraticamente eletto a capo del governo un certo Mohammed Mossadeq, che fu però deposto da un colpo di stato, organizzato da inglesi e americani, a favore del molto più malleabile "Scià di Persia".Mossadeq infatti era un grande statista, ma aveva commesso l'errore di nazionalizzare l´industria petrolifera iraniana, e questo non era certamente accettabile.Cosa c’è dietro ai fatti che stanno succedendo oggi in Iran?Attraverso una grandiosa adesione al voto, il popolo iraniano ha rinnovato il proprio legame ideale e religioso, di sangue e di suolo, ai principii della Rivoluzione Khomeynista, rieleggendo a presidente della Repubblica Islamica Mahmud Ahmadinejad: malgrado i continui e reiterati processi di ingerenza e di destabilizzazione contro l’integrità statuale iraniana, mossi dall'imperialismo sionistatunitense insieme ai propri sottoposti europei. Attraverso la partecipazione al voto e la conferma del percorso politico intrapreso, è stato smascherato il meschino tentativo neocolonizzatore che vuole un Iran allineato allo strapotere sionista nel Medio Oriente e nel contempo preziosa risorsa per gli utili delle multinazionali energetiche.E' in corso un’azione eversiva manovrata dal potere mondialista che vuole conquistare nazioni chiave e non tollera la politica di Ahmadinejad volta a una controffensiva politica e culturale contro il sionismo internazionale. I sostenitori di Moussavi non sono semplicemente "quattro gatti": sono quattro gatti ben finanziati e istruiti da chi tenta di utilizzarli per garantirsi un maggior controllo sulla politica interna del paese.A chi si fa portatore di odio dietro la falsa maschera della libertà e della democrazia voglio rispondere con le parole di Khamenei tratte da un suo discorso post elettorale :"Quel che è peggio per me da commentare sono le affermazioni fatte da alcuni politici americani in nome dei diritti umani e della libertà. Hanno detto di essere preoccupati per la nazione iraniana. Cosa? Siete seri? Sapete cosa sono i diritti umani? Chi ha portato la guerra in Afghanistan? Le guerre e gli spargimenti di sangue che stanno massacrando l´Iraq sotto gli stivali dei loro soldati? In palestina? Chi ha spalleggiato i sionisti? Anche dentro l´America, durante l´era Clinton, 80 persone furono bruciate vive a Waco. E adesso ci venite a parlare di diritti umani? Bene, credo che i leader di UE ed America dovrebbero vergognarsi, e smetterla di dire certe cose. La repubblica islamica appoggia le popolazione oppresse di Iraq, Afghanistan e Palestina. Noi appoggiamo tutti quelli che sono oppressi, noi stiamo portando la bandiera dei diritti umani, che è portata in questo paese dall´Islam. Non abbiamo bisogno dei vostri consigli sui diritti umani."Viva l'Iran della Rivoluzione antioccidentalista ed antisionista
Pierpaolo Giuri
Forza Nuova Nardò
Cuib Nicola Bombacci

Fiore: "La love story tra Governo e popolazione sta per finire"

"La love story tra il Governo e gli italiani è a tempo determinato, ha le ore contate, già iniziano a ravvisarsi i primi malumori tra la popolazione di centrodestra,esasperata dalle vicende private del premier e dalla sempre crescente lotta intestina di potere tra Pdl e lega Nord. La stessa Lega Nord ora mostra la sua vocazione poltronistica, la farfalla diventa crisalide.Il compito di Forza Nuova diventa ogni giorno più chiaro:è nostro dovere ridare speranza ai tantissimi connazionali che non si sentono più rappresentati dai vecchi partiti, come i movimenti a noi vicini in Europa stanno già facendo con successo". Lo afferma Roberto Fiore, Segretario di Forza Nuova.

sabato 20 giugno 2009

Forza Nuova Rosolini: prosegue lo sciopero della fame

Enrico Capestrano ha iniziato dal 15 giugno uno sciopero della fame in difesa dell'Eremo di Croce Santa, il luogo sacro oltraggiato, già da alcuni anni, dallo svolgimento di un sedicente Sikula Reggae Festival (organizzato dall'Arci - La locomotiva dal 14 al 16 agosto) che trasforma, nei fatti, l'area antistante il luogo sacro in una zona franca per lo spaccio e il consumo di ogni tipo di droga, con l'oggettiva complicità delle autorità locali, e in occasione propizia per sfogare con atti vandalici gli sballi dei giovani presenti contro le immagini sacre (due anni fa fu sfregiato un Santo volto di Gesù scolpito sulla roccia) e contro l'intero antichissimo complesso rupestre, conosciuto come uno dei più interessanti di tutta la Sicilia.La protesta estrema del rappresentante di Forza Nuova, che si batte da sempre contro la profanazione dell'Eremo, ha avuto quest'anno un clamoroso prologo nell' azione inscenata, insieme ai militanti del Movimento, nel corso della seduta del Consiglio comunale dello stesso 15 giugno. In quell'occasione i forzanovisti hanno esposto cartelli che recavano la scritta: " No alle profanazioni, difendiamo l'Eremo, Rispetto per le tradizioni".Ed è proprio in questa chiave che va interpretato il ricorso all'arma estrema dello sciopero della fame, strumento di protesta spesso abusato da altre forze politiche. Si tratta, infatti, di una battaglia per la difesa di un luogo sacro per il quale gli organizzatori e i partecipanti al festival non mostrano alcun rispetto, plagiati come sono dalla cultura agnostica e nichilista della droga che ha ridotto molta della nostra gioventù ad un gregge facilissimo da condizionare proprio perché privo di ogni amore per le proprie tradizioni, una battaglia che, specie dopo i vani tentativi degli anni passati, richiedeva mezzi adeguati alla mostruosità della profanazione.E qualcosa inizia a muoversi. Da più parti si registra la simpatia del Clero locale e del mondo cattolico e ieri, 19 giugno, il Sindaco Savarino, in passato troppo spesso indifferente, ha convocato l'esponente di FN per comunicargli che la sua Giunta ha ritirato i consueti finanziamenti al festival e per garantirgli che la struttura dell'Eremo sarà recintata... con del nastro colorato.Ma Enrico Capestrano non si ferma; lo sciopero della fame prosegue ad oltranza per chiedere l'annullamento dell'iniziativa - ipocritamente definita dagli organizzatori "culturale", di quale genere di "cultura" si tratti ogni persona dotata di buon senso può tranquillamente giudicare, - o il suo svolgimento, provvisorio, presso lo stadio comunale, in attesa di un prossimo annullamento. L'unica via non percorribile è quella della rassegnazione. Non ci si può rassegnare ad assistere alla profanazione di un luogo sacro, non ci si può rassegnare nel permettere lo spaccio e il consumo di droghe nei tre giorni del festival, non ci si può rassegnare nel tollerare che i nostri figli siano vittime di una "cultura" di morte che è quella che, nei fatti, viene diffusa da chi organizza questi eventi dietro il paravento delle solite paroline magiche quali le fin troppo abusate"pace" e "amore". Non ci si può, infine, rassegnare a fare affari su tutto questo con l'aggravante della mancanza di una seria politica a sostegno del turismo.Forza Nuova Sicilia sostiene la protesta del proprio responsabile di Rosolini e si dichiara pronta a supportarne l'azione, qualora fosse necessario, anche con l'intervento dei propri militanti, pronti a bloccare lo svolgimento del sedicente festival del reggae.
Forza Nuova Sicilia
Coordinamento regionale

venerdì 19 giugno 2009

Forza Nuova regala biglietto sola andata per il Marocco ad assessore Ruffini

In seguito alle dichiarazioni di chiusura della campagna elettorale del sindaco Flavio Zanonato che ha preannunciato la revoca delle deleghe alla sicurezza e alle politiche abitative rispettivamente a Carrai e alla Ruffini, la segreteria provinciale di Forza Nuova ha lanciato un'inusuale iniziativa.Paolo Caratossidis dichiara: 'Anche noi siamo stati profondamente colpiti dalle esternazioni di Zanonato. A due giorni dal voto sconfessare l'operato di due tra i suoi più importanti assessori significa quasi gettare la spugna. E' apprezzabile anche la sincerità del sindaco: finalmente prende atto che su sicurezza ed immigrazione ha fallito in pieno. Ma credo che l'avocare a se stesso quelle particolari deleghe non risulti credibile, i padovani sanno bene quale sia l'orientamento della sinistra su questo versante: tutelare gli interessi degli immigrati prima di quelli dei padovani doc.'E rilancia: ' Immagino che l'assessore Ruffini stia passando un brutto momento. E' stata (senza molte gentilezze) messa alla porta dal suo vate politico. L'ha scaricata senza tanti indugi, e con questa mossa cerca inutilmente di fare lo scaricabarile. Per questo motivo noi di Forza nuova abbiamo deciso di dare un messaggio significativo anche per tributare all'assessore stakanovista (lavorava 12ore al giorno) comunista il giusto merito. Ci stiamo tassando per acquistare un biglietto aereo di sola andata per il Marocco all'assessore Daniela Ruffini. Così potrà finalmente coronare il suo sogno: stare in mezzo alle popolazioni africane ed islamiche ed integrarsi nella loro cultura, visto che a Padova non è riuscita a raggiungere lo scopo. L'assessore Ruffini potrà anche portare con se un accompagnatore: in caso Zanonato perdesse il ballottaggio(come speriamo) avrà anch'egli un biglietto di sola andata per il Nord Africa.'
Ufficio Stampa
Forza Nuova Padova

Forza Nuova Calabria con gli studenti della Sapienza di Roma

Forza Nuova – Calabria, ha collaborato con gli studenti della specialistica di laurea in Comunicazione dell'Impresa della Sapienza di Roma, cattedra di Brand Design, che ha indetto un progetto riguardante l'analisi di studio dei brand politici e di conseguenza del loro sistema valoriale e identitario, prendendo in esame il nostro movimento. Pensiamo che progetti come questi possono aiutare il nostro movimento a sfatare molti luoghi comuni che lo avvolgono modificando la percezione popolare su di esso. Non solo siamo felici, ma, chediamo agli studenti italiani di affrontare studi simili.
Risponde al questionario il coordinatore regionale Davide Pirillo:
1)Meridione: Questione rifiuti, criminalità organizzata, cattivo governo delle istituzioni. Cosa si può fare per il Sud, per la Calabria? A quali interventi pensa, sul territorio?
R) Pensiamo che qualsiasi grande problema del Sud e dell'Italia debba passare dalla formazione di nuovi dirigenti politici, persone di partito con alto spessore ideologico e morale capaci di non cadere in tentazioni. Solo staccando il “cordone ombelicale” che collega massoneria, mafie e poteri forti alla politica si possono attuare le grandi manovre di ricostruzione nazionale, per arrivare al benessere collettivo ed alla pace sociale.Questo sistema che ha distrutto i partiti ideologici, preferendo persone della decantata “società civile” a militanti politici, con una forma mentis ben precisa, ha amplificato a dismisura la corruzione rendendo impossibile qualsiasi grande manovra, plasmando il panorama politico nazionale e locale a gestione “settoriale” e personale dei vari candidati a seconda del bacino utenza voti.La nostra lotta è profonda, mira non alle pulsioni localiste ed neo-nepotiste di oggi, ma, alla rigenerazione di tutto il tessuto sociale nazionale, tramite una visione spirituale della vita e della militanza politica, contro poteri forti e lobby.
2)In sintesi quali sono le battaglie che caratterizzano il suo movimento?
R) Sicuramente gli otto punti fissi di FN (vedi http://www.forzanuova.org/), sono centrali.
3)Secondo lei di cosa ha bisogno la destra oggi?
R) La destra è soltanto un marasma di dilettanti allo sbaraglio che ha trovato in Berlusconi, banche e lobby un fortunato approdo, destra e sinistra sono solo dei termini che indicano in quale ala del parlamento si ci siede, parole meramente logistiche, prive di contenuti politici ed umani.La “rivoluzione” nazionale e sociale di cui noi intendiamo renderci protagonisti è oltre queste convenzioni, è trasversale.
4)Ci indichi 3 interventi mirati per favorire la ripresa economica e contrastare il caro-vita nel nostro paese?
R) La moneta è centrale, lo stato deve tornare a battere moneta, strappando così il potere del signoraggio monetario alla BCE, che come sicuramente saprà è espressione di banchieri e banche private e non dei popoli europei.Per quanto economicamente eterodossa è l'unica soluzione contro la crisi che renderebbe veramente libera l'Italia e tutta l'Europa. Questa visione ha fondamenti ben precisi che lei potrà riscontrare nelle teorie che vanno da Ezra Pound al prof. Giacinto Auriti. Se non si restituisce l'economia ai cittadini qualsiasi altra soluzione è destinata a fallire. Ormai il sistema liberal-capitalista ed usurocratico che opprime popoli e nazioni è fallito. Speriamo di assistere prossimamente al “funerale” degli eurocrati di Bruxelles e Strasburgo, della BCE e dei loro amici americani della Federal Reserve.Per quanto riguarda il caro-prezzi, la colpa primaria ed attribuire alla fonte, cioè all'emissione di questa moneta-debito, ovvero l'Euro, concatenata però ad un problema nazionale quello dello “sciacallaggio intermediario”, che con molteplici passaggi aumenta di molto i prezzi ai danni del consumatore finale. Una soluzione potrebbe essere la creazione di un commercio di solidarietà nazionale, dove delle corporazioni si occuperebbero di collegare direttamente produttore e consumatore finale, specie per i prodotti nazionali e locali. Comunque, il discorso è troppo lungo per essere affrontato con la presente.
5)Immagini che un giovane che vota per la prima volta stia leggendo questa intervista: gli può spiegare perché dovrebbe votare per il suo partito?
R) Non è nel mio/nostro stile, la militanza è la presenza di piazza già lo chiede al posto mio/nostro.
6)Il suo partito dà un particolare valore sociale alla famiglia: quali sono le principali misure che proponete a suo sostegno?
R) Aiuti economici, preferenza sociale alle famiglie numerose, abrogazione della 194 e politiche di crescita demografica. Creazione di uno stato dove la famiglia e soprattutto i bambini siano i primi privilegiati della società.
7)Quali sono i principale valori programmatici che hanno in comune Forza Nuova con gli altri partiti , ad esempio Fiamma Tricolore, il Fronte Sociale Nazionale,La Destra ?
R) I nostri “programmi”, sono ormai cablati e metabolizzati dai nostri militanti, non è di programmi che c'è bisogno, ma, di uomini... Noi ne abbiamo formato, gli altri movimenti della destra radicale?Non possiamo confonderci con altri partiti della cosiddetta “area” in quanto modelli diversi, la Destra non la prendiamo neanche in considerazione, la fiamma troppo ancorata al retaggio missino-nostalgico e passatista (Per dirla alla Marinetti).Noi siamo orientati su modelli contemporanei e dinamici, sullo stile dei movimenti nazionali europei, quelli che ormai mietono consensi ovunque.
8)Quali sono i principali partiti esteri con i quali Forza Nuova ha instaurato una collaborazione?
R) Non sto ad elencare, per paura di dimenticarne qualcuno, con molti, alcuni sono quelli protagonisti dell' “avanzata” alle ultime elezioni europee.
9)E invece cosa prospetta per FN per i prossimi anni. Movimento o partito politico ?
R) E' una domanda che andrebbe fatta alla segreteria nazionale, ma conoscendo le tendenze forzanoviste, credo e spero nella continuità del progetto di movimento popolare.
10)Ultima domanda: a nostro giudizio questa campagna elettorale passerà alla storia per quella con il maggior disinteresse dei cittadini italiani e con il maggior distacco tra politica e società civile. Lei è d'accordo con la nostra analisi? E, se si, come pensa si possa ricucire questo "strappo"?
R) Sono pienamente d'accordo, non penso che ci possa essere un ritorno alla fiducia, non con questo sistema partitocratico, la situazione è destinata a precipitare ulteriormente e travolgerà tutti i residui dei partiti una volta definiti dell'arco costituzionale ed anche il berlusconismo... Speriamo di assurgere ad alternativa.
Ufficio Stampa
Forza Nuova Crotone

Forza Nuova Bergamo: raccolta alimenti per le famiglie colpite dalla crisi

In collaborazione con l’associazione Banco Alimentare, attiva nel settore da anni, i militanti forzanovisti bergamaschi hanno raccolto in una settimana circa 230 kg di alimenti.Nella serata di giovedì, presso la sede provinciale del movimento, il carico di alimenti è stato consegnato ai volontari del Banco Alimentare.Gli alimenti verranno recapitati presso decine di famiglie bergamasche bisognose.“L’iniziativa, accolta con entusiasmo dai militanti e da tutti i bergamaschi che hanno collaborato a raccogliere gli alimenti, ci auguriamo possa essere l’inizio di una collaborazione continuativa con il Banco Alimentare” commenta Dario Macconi, Responsabile Provinciale di Forza Nuova, che prosegue:“Soprattutto in un periodo di crisi economica e di progressiva distruzione di ogni ammortizzatore sociale, i militanti forzanovisti hanno il dovere di lottare in prima linea nell’aiuto dei più bisognosi”.
Ufficio Stampa
Forza Nuova Bergamo

giovedì 18 giugno 2009

Oche schizofreniche in salsa surrealista

No, non siamo in un film di Fellini o di Emir Kusturica ma a Piazza Vescovio, in occasione della veglia per i trent’anni dalla morte di Francesco Cecchin.La piazza è presidiata come tutti gli anni da giovani militanti della destra radicale romana, gruppi vari legati per lo più a quel territorio, alla testimonianza del quartiere, ed è ricoperta di manifesti e bandiere che ricordano il sacrificio di un militante di 17 anni, caduto per mano anti-fascista nel giugno del 1979, nel gorgo tragico degli anni di piombo. La storia della morte di Francesco si lega a quella pratica assassina che, nata dalla resistenza anti-fascista del 1944-45, si è perpetuata fino a tutti gli anni 70, in una guerra civile strisciante , spesso sporca ed alimentata occultamente da terze forze. Una guerra che ha finito per coinvolgere generazioni intere di giovani di destra e di sinistra. Giovani che risultavano essere oltretutto anagraficamente fuori dal conflitto originario del 1940-1945 , anzi: fuori da tutti i conflitti.Ma il punto non è questo. Le guerre ci sono sempre state, anche quelle assurde ed etero-dirette e, come si dice, alla fine i soldati prendono coscienza, tornano a casa e ognuno si celebra in silenzio i propri morti.Sui muri e nei manifesti neri affissi intorno alla piazza viene circostanziata, tuttavia, una accusa ben precisa: non tanto contro gli assassini storici, quanto contro ” le oche destre ” (1) . Contro, cioè, coloro che, una volta amici e camerati di Francesco, oggi siedono allegramente in tutte le maggiori cariche istituzionali, assiepati al potere, avendo di fatto rimosso il proprio percorso di radicale militanza dentro il neo-fascismo. Personaggi che hanno oggi riconosciuto nell’antifascismo e nella resistenza partigiana dell’ultimo conflitto mondiale un valore storico, valore storico ribadiamo, che è in perfetta continuità con chi ha poi praticato poi la lotta anti-fascista assassinando Francesco. E questo è inutile negarlo.In qualche modo questi personaggi, questi ex-militanti, spesso del FdG e della destra radicale, riconvertiti al mondo dei buoni, hanno abbandonato volontariamente la “memoria condivisa” con i vinti, con i cattivi, con i perdenti, per aderire, invece, a quella ultra-maggioritaria dei giusti vincitori . Qui ci sarebbe da discutere sul metodo usato (soprattutto sull’assenza di una dimensione meta-politica profonda di questo percorso di volontaria dissociazione) ma poco male. A tutti è dato di cambiare idea e di saltare sul carro del vincitore, soprattutto se il vincitore apre alla svelta le porte del paradiso, ti legittima e, soprattutto, incrementa i conti in banca. E’, invece, schizofrenico e patologic, riconoscere un universo valoriale nuovo (quello anti-fascista ) e poi voler partecipare e mantenere inalterato “il rito” del presente e la condivisione di memoria e di testimonianza con i vinti, con i proscritti, con coloro che sono morti fin dentro gli anni 80, difendendo il retaggio, i valori ed il riconoscimento storico “del male assoluto “.La presenza compatta e militante in piazza di circa 500 giovani attivisti di Azioni Giovani, organizzazione giovanile dell’ex -An , di fatto confluita poi nella Pdl , ha creato così una serata piuttosto nervosa; in alcuni dei presenti erano evidenti dissapori e rabbia, in altri sconcerto e sottile ironia, non è tanto per i ragazzi di Azione giovani che sono per l’appunto “giovani” e sicuramente in buona fede. In molti siamo rimasti invece sbalorditi nel vedere sindaco, neo-deputati e deputatesse , consiglieri europei, comunali, provinciali, regionali, uomini storici di partito e dell’apparato aennino riconvertito all’anti-fascismo pentito, tutti “fascisticamente schierati” e mimetizzati sotto celtiche e tricolori, ed aprire la veglia ed omaggiare solennemente il sacrificio di Francesco Cecchin con marziale saluto (di fatto un comportamento molto poco anti-fascista direi).Vi ripeto: per chi ama i film di Fellini e Kusturica, avrebbe giurato di vedere una scena di supremo surrealismo onirico. Invece, era tutto ferocemente reale.E, allora, ci dobbiamo seriamente interrogare sul dove inizia e finisce la “RECITA”. Non si capisce a questo punto se la “RECITA” è quella che viene fatta giornalmente davanti al Dott. Pacifici, alla comunità ebraica romana, e nelle gite programmate ad Auschwitz, e/o nelle esternazioni sbracciate il 25 aprile sul supremo valore della libertà restituitaci nel 1945 dalle stragi alleate; il tutto condiviso amorevolmente con le organizzazioni storiche dell’antifascismo, alcune delle quali vorrebbero ancora vedere i fascisti tutti egualmente morti; oppure se la “RECITA” è, al contrario, quella ai “presente” dei camerati caduti, alla condivisione esoterica delle veglie solenni delle strade romane, nei concerti in onore di … , nel mantenimento di simboli, riti, bandiere e cultura pre-politica (quello che volgarmente e con superiore disprezzo è stata chiamata da sempre dai superiori istituzionali, “Inutile Testimonianza”).Eppure, questa “RECITA” coinvolge tutti i luoghi, le situazioni e le persone che mai ti aspetteresti, in un ‘orgia surrealista a cielo aperto, per semplice gioco dei ruoli, opportunità tattica, sopravvivenza congiunturale, per abominio individuale o, peggio ancora, (e sarebbe l’apoteosi della risata) in omaggio alla credenza di poter conciliare l’inconciliabile?Se fosse così, sarebbe veramente triste oltreché assurdo. Perché se è perfino comprensibile e giustificabile che “i soliti dirigenti paraculi “, tutti arrivati tranquillamente a dama , mandino nonostante tutto, messaggi rassicuranti alle proprie residuali milizie giovanili (” … non vi preoccupate, noi siamo i veri camerati, siamo sempre quelli di sempre anche se poi pubblicamente dobbiamo dire il contrario …” ), è chiaro che, poi, risultano patologici e/o surrealisti alcuni loro pubblici comportamenti: come se da Fiuggi al congresso di Marzo di adesione al PDL/PPE nulla fosse accaduto.Sarebbe interessante interrogarci ed interrogare su un tale ” fenomeno ” di schizofrenia congenita ad es. Ugo Maria Tassinari e gli altri che ” ci studiano” da vicino, con occhio antropologico più che politico, per capire se è tutto normale o siamo al limite dell’incomprensibile. Oppure, più semplicemente, se siamo noi del “cattiverio testimoniale e pre-politico” a non voler capire; se siamo noi residuali ed anacronistici personaggi di ieri, con quella sindrome fanciullesca (… ma perlomeno coerente) di Peter Pan, a non voler capire che il mondo è cambiato, e che oggi si può essere contemporaneamente Gollum e Frodo, Saruman e Gandalf , Cristo e Giuda. Se, forse, ci sfugge la verità lapalissiana che, essendo oggi tutto liquido e post-ideologico, anche surrealismo e schizofrenia ” fanno futuro”.
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(1) E’ Alessandro Giuli che ha definito nel suo azzeccato Il passo delle oche, l’incerto ed ondulante incedere della classe dirigente di AN , ancora prima che confluissero nel calderone della Pdl, praticamente già orfane da tempo di pensiero politico e di identità storica.

mercoledì 17 giugno 2009

Beppe Grillo, chi è veramente?

Dalle partite di pallone con Donato Bilancia e Antonio Ricci ai primi lavori nell'azienda del padre e poi come piazzista di jeans. Il ragioniere mancato che ingannava persino i contadini Il nostro uomo, una delle fonti incontrate nella nostra due giorni genovese, comincia a esser stanco: «Poi va be’, ci sono storie personali, che non si possono scrivere». Dica. «Non si possono scrivere». Dica. «Ma niente, lui a un certo punto stava in questo suo attico in corso Europa, che era tutto bello, col pianoforte, e ogni tanto ci portavamo le ragazze che gli procuravo quasi sempre io. Tra l’altro sotto il letto nascondevamo un mangianastri per registrare le cose, gli amplessi, poi riascoltavamo e ci ammazzavamo dal ridere. Avevamo un gergo nostro: lui, il coso, lo chiamava “il gottoro”, e urlava sempre questa parola alle ragazze che non capivano: “Gottoro! Ecco il gottoro!”. Il problema è che un giorno sua madre trovò le cassette e si mise ad ascoltarle, un macello». È questa la storia personale? «Aspetti. Un giorno portammo nell’attico due ragazze, mi ricordo che una era sposata. I suoi, del Giuse, erano nella casa di Savignone. Ma niente: ognuno cominciò a fare le cose sue e a un certo punto lui fece un urlo bestiale, ma bestiale, corse da me tutto nudo e disse “Guarda, guarda! Che mi succede?” e io glielo guardai e lui... lui...». La disavventura sessuale, oggettivamente ridicola, ebbe epilogo al pronto soccorso dell’ospedale San Martino, praticamente lì di fronte. Censura: anche se il soggetto non la meriterebbe perché lui una storia del genere (di un altro) l’avrebbe raccontata di sicuro: si parla di una persona, un comico, che ebbe a chiamare «Alzheimer» l’ex capo del governo e «venditore di bava» l’ex capo dell’opposizione, uno che ha mandato letteralmente affanculo decine di persone e che di fronte alla critica di un direttore di telegiornale, Mauro Mazza, ha replicato testualmente: «E se sparassero nel culo a lui?». La battuta sul Papa manco ce la ricordiamo, sta di fatto che qui, di fronte al grillismo, stanno saltando tutte le regole, si sta riscrivendo il galateo della politica per adeguarlo a quello dell’antipolitica: dunque la tentazione di adeguarci c’è, la voglia di non censurarci pure, come a dire: Grillo eccoci, siamo pronti, se questo è il ballo si balla anche noi, si fa all’americana come predicano tanti giornalisti amici suoi: e ti si contano anche i peli del bulbo. Da qui, come modesto e sperimentale assaggio, la nostra due giorni genovese e questa modesta inchiesta. Il Giuse. Giuseppe Piero Grillo è nato il 21 luglio 1948 a Savignone, Valle Scrivia. Secondo l’imbarazzante e compiaciuta agiografia «Beppe Grillo», forse il più insignificante libro pubblicato da Mondadori negli ultimi vent’anni, Beppe da Bambino «lanciava urli (sic) alla James Brown» e il padre commentava affettuosamente: «Sembra una bestia. Tuo figlio è un idiota». La famiglia, in ogni caso, di base stava a Genova nel quartiere di San Fruttuoso della celebratissima piazza Martinez, fucina di geni e lazzaroni dove piccoli leader minimi e massimi sedevano tra il bar Cucciolo e la fermata dell’autobus. Qualche bici, poche motociclette, le ragazze migliori della zona e in qualche modo anche il giovane Grillo, patito di calcio come tutti gli altri. «Aveva 12 anni e lo portai a fare un provino per una squadra locale sponsorizzata dalla Shell», racconta uno che c’era, «il problema è che il Giuse era una balena, lo chiamavamo Porcellino. Aveva un buon tocco di palla, ma l’allenatore ricordo che mi disse: “Ma chi mi hai portato?”». Giocava a pallone anche Antonio Ricci, che era di Albenga e però a piazza Martinez, assieme a Roby Carretta, era in qualche modo collaterale: «Ma Ricci non era molto portato. Mi ricordo che nella sua squadra c’era anche Donato Bilancia, il serial killer. Stava sempre al bar Cucciolo». È vero: ma era un tipo innocuo e lo chiamavano Belinetta. Del giro era anche Vittorio De Scalzi, quello dei New Trolls. L’unico davvero portato per il calcio pareva il Portento, Orlando Portento, il bello della compagnia nonché un talento comico che quasi tutte le fonti indicano come il vero mentore e inventore di Beppe Grillo, privo tuttavia della sua pervicacia. Portento giunse alla serie B, e nella Sampdoria dei giovani Marcello Lippi e Roberto Vieri, padre di Bobo, ma poi s’infortunò. È tornato clamorosamente alla ribalta, Portento, come cabarettista e come marito di quell’Angela Cavagna che ha partecipato al reality show La Fattoria. Un paio di fonti indicano come vero scopritore di Grillo, invece, il gallerista Luigi De Lucchi, fondatore dell’Instabile, localino di cabaret forse unico nel suo genere. Senza denti. Il giovane Grillo tutto sommato stava economicamente benino. Si diplomò ragioniere all’Ugolino Vivaldi, che era un istituto privato per rampolli-bene con retta piuttosto esosa. S’iscrisse anche a Economia e commercio, ma presto la piantò lì. Il padre, Enrico, possedeva una fabbrica di fiamme ossidriche (la Cannelli Grillo) e lo reclamava, ma lui da principio non ci pensava neanche. Secondo il più interessante libro «Beppe Grillo» di Paolo Crecchi e Giacomo Rinaldi (Ariberti editore) «il ragionier Grillo prova a lavorare nell’azienda di papà con scarsi risultati, rimettendoci 200mila lire degli anni Sessanta». Altrimenti consigliato, per un certo periodo fece il piazzista di jeans per la Panfin, ma fu licenziato. Era un ragazzo normale, un po’ buffo, tifava Sampdoria, vestiva decentemente, aveva i jeans Sisley che furoreggiavano, andavano di moda le basette lunghe che lui però non aveva: le improvvisava schiacciandosi giù i capelli col sapone. Non era bello, ma sopperiva con la simpatia. Era secondogenito e un po’ il cocco di casa, suo padre non disdegnava di prestargli la Fiat 1100 che per rimorchiare si rivelò fondamentale, anche se aveva il difettuccio del pesare come una balena e quegli incisivi molto sporgenti: e con le ragazze era un problema, dicevano che baciandolo le pungeva. La soluzione fu drammatica: un giorno, alla discoteca Peppermint che era la più importante di Genova, ebbe la pensata di tampinare la ragazza di un certo Luciano Rovegno, che non era propriamente uno stinco di santo: e infatti reagì dandogli una tale testata da fargli saltare tutti gli incisivi che restarono lì, sparsi per terra. Glieli rimisero. Dritti. Le melanzane di plastica. La celebre tirchieria di Grillo (parsimonia, si dice a Genova) in quel periodo prende le forme di incontrollabili leggende. Ben quattro presunti testimoni raccontano che girasse con una tuta appositamente senza tasche per non avere soldi da spendere. All’epoca fumavano tutti, ma lui prendeva le Hb nel pacchetto da dieci. Non pagava mai niente, non offriva mai niente, e questo lo dicono davvero tutti: occorre tener conto che dei genovesi che lamentano la tirchieria altrui sono come dei napoletani che accusassero qualcuno d’essere chiassoso. «Non era tirchio, era malato» racconta un suo ex sodale: «"Offri qualche caffè ogni tanto, risparmierai col cardiologo", gli dicevamo sempre».Più avanti, nel 1980, la concessionaria Fiat Piave di Genova gli regalò una Punto: lui si lamentò perché non aveva l’autoradio. Altra leggenda vuole che nella sua villa di Sant’Ilario abbia frutti e ortaggi di plastica, e la citata biografia di Crecchi e Rinaldi conferma tutto: «Era guardato con diffidenza dai contadini perché rifiutava ostinatamente di coltivare le sue fasce di terra, ma un giorno ha avuto un’intuizione delle sue sistemando ortaggi di plastica turgidi e coloratissimi tra gli ulivi e i pitosfori». Andrea detto Andreino, il fratello minore, ha raccontato alla Stampa d’avergli prestato un completo di gabardine nero salvo riaverlo completamente liso. «Mi deve ancora restituire una giacca a soffietto che gli prestai negli anni ’70» racconta invece Portento, «e mi deve ancora pagare una camicetta da donna che regalò a un’amica», dice l’ex amico che ai tempi aveva un negozio di abbigliamento. Antonio Ricci ha raccontato che «io sparecchiavo, e se buttavo via delle briciole Beppe le recuperava dalla spazzatura e il giorno dopo ci impanava la milanese». È stata invece la seconda moglie di Grillo, Parvin Tadjk, intervistata a Crozza Italia su La7, a parlare degli snervanti controlli del marito sugli scontrini della spesa. Dopo la balzana ipotesi che Beppe Grillo si sia fatto crescere la barba per risparmiare sulla lamette, altro ritornello genovese, la carriera di Grillo entra nel vivo. (1. Continua) Beppe, il «grande ingrato» che rubava battute a tuttiLe prime tracce visive di un Beppe Grillo volontariamente comico sono del 1970: un cortometraggio in super 8 diretto da Marco Paolo Pavese e scritto e interpretato e doppiato dal citato Orlando Portento; lì si vede il primo Grillo, imberbe. Mediaset ne mandò in onda degli spezzoni qualche anno fa. Ma Grillo, già da tempo, aveva cominciato a fare qualche seratina di cabaret accompagnandosi con la chitarra: circolini, qualche discoteca, molte feste e festicciuole politiche per liberali e socialdemocratici e democristiani e socialisti. «Gl’importava zero della politica» dice ora Portento, «era un frivolo, un cinico», anche se Grillo ogni tanto raccontava di qualche simpatia familiare per i liberali di Giovanni Malagodi. L’avvocato Gustavo Gamalero, boss dei liberali genovesi, lo ingaggiò per alcune cene elettorali prima delle elezioni regionali: 15mila lire a serata. Più di 20mila, in giro, non se ne spuntavano: per questo gli amici lo aiutarono dopo che la famiglia chiuse o quasi i rubinetti. Lo aiutava anche qualche giovane imprenditore che voleva mettersi in vista; lo aiutava la bella ragazza con la quale stette per quasi dieci anni, Graziella, che vanamente cercò di farsi impalmare; lo aiutava qualche giornalista cui Grillo pietiva qualche buona recensione, e tra questi ha memoria buona Vittorio Siriani, ai tempi al Corriere Mercantile. Insomma lo aiutavano tutti, e va benissimo: ma ce ne fosse uno che non lamenti ingratitudine. In quel periodo i localini di cabaret furoreggiavano: il Kaladium dietro la chiesa di Santa Zita, oppure il Meeting, o ancora il citato Instabile di via Trebisonda che apparteneva al pure citato Luigi De Lucchi, altro mentore di Grillo che tuttavia una sera dovette avvedersi dell’ormai storica ingratitudine del suo ormai ex pupillo. Lo aveva invitato appunto all’Instabile, il 27 dicembre 1977, oltretutto per consegnargli un premio; centinaia di spettatori aspettavano trepidanti, ma niente: Grillo telefonò e fece sapere che non ce la faceva, che era stanco. Disastro: De Lucchi dovette rimborsare tutti i biglietti salvo accorgersi, il giorno dopo, che Grillo in realtà aveva preferito esibirsi in un altro localino, il P4: perché lo pagavano di più.Il vero problema di Grillo, all’epoca, era che a dispetto del talento non aveva ancora un repertorio tutto suo: prendeva a destra e a manca. Il gran suggeritore rimaneva Portento, per il resto rubacchiava qua e là: cantava sempre, tra altre, le canzoni di Pippo Franco che all’epoca nessuno conosceva. O quasi: «Gli organizzai un provino con un boss di Telemontecarlo, il ragionier Moracca, e il Giuse cantò due canzoni con la chitarra», racconta Portento, che certo non nasconde una forte antipatia per Grillo. «Poi Moracca mi prese da parte e mi disse: “Orlando, ma è questo il fenomeno? Uno che canta le canzoni di Pippo Franco?”. Ai tempi Grillo non aveva niente di suo: solo la faccia, i denti digrignati». Bullonate. Quanta cattiveria. A ogni modo fu nei primi anni Settanta, per cercar di sfondare, che Grillo provò a trasferirsi a Milano. Pagavano anche 25mila a serata, da quelle parti. Si fece crescere la barba. Andreino, il fratello, tempestò tutti di telefonate affinché lo convincessero a tornare: «Fallo provare ancora un anno, è bravo» gli rispose Portento. Poi, più o meno al terzo anno milanese, la grande occasione: al localino «La Bullona» venne Pippo Baudo con una commissione Rai. Grillo s’inquietò, chiamò Portento, si rispolverarono vecchie battute. La sera fatidica Portento sbarcò alla «Bullona» con una sostanziosa claque e tutto scivolò liscio, o quasi. Grillo, sul suo sito, ha scritto che quella sera “improvvisò un monologo”, ma secondo Portento non improvvisò niente. Anzi, rischiò, perché Baudo fu curiosamente attratto proprio da Portento. Più tardi, anche se il provino del Giuse era andato benissimo, attorno a Portento si formò un capannello dove spuntava il testone di Baudo, e Grillo non resse la scena. Se ne andò, ingelosito. Una scena analoga a quella raccontata da Dino Risi a margine del film «Scemo di guerra», anno 1984: «Già depresso perché ridotto al ruolo di spalla», ha detto il regista al Corriere della Sera, «Beppe si ingelosì del rapporto speciale che avevo con Michel Coluche: e così, per ripicca, fece la mossa classica dell’attore indispettito e si diede malato. Per due mesi dovemmo sospendere le riprese. Finché qualcuno non gli fece sapere che se non fosse tornato avrebbe dovuto pagare una penale. Parola magica: da buon genovese si ripresentò sul set». Il controllo legale chiesto dalla casa cinematografica ebbe buon gioco. Grillo girò altri due film, purtroppo sfortunati e distrutti dalla critica: «Cercasì Gesù» di Luigi Comencini e «Topo Galileo» di Francesco Laudadio. A Dino Risi è rimasto il dente avvelenato: «La cosa che gli è riuscita meglio è la svolta antipolitica, anche perché è più attore oggi di quando cercava di farlo per davvero. Attenzione, però: non c’è niente di vero nel personaggio che interpreta».Te la do io Reggio Calabria. Qui ricomincia l’avventura. E qui si perfeziona la straordinaria attitudine di Grillo di mollare quelli di cui non ha più bisogno. Normale? Dipende. Altri personaggi come Paolo Villaggio e Tullio Solenghi, a Genova, te li raccontano come saldamente legati ad amici e radici genovesi: Grillo no. Trovare qualcuno che te ne parli bene, in città, è un’impresa. Sarà l’invidia. Per cominciare, appena ebbe successo, mollò la fidanzata. Altri non lo ricordano volentieri: «È l’essere più falso e opportunista che abbia mai conosciuto in vita mia» racconta il presentatore Corrado Tedeschi, «e non ha neanche un pizzico di umanità. C’è stato un periodo in cui ci siamo frequentati insieme alle nostre compagne, pensavo che ci fosse stato un minimo di amicizia, poi seppi che parlava malissimo di me». Pare che Walter Chiari non avesse un’opinione molto diversa, ma vallo a sapere. Anche il rapporto con Portento cominciò ad allentarsi, ma resistette perché ancora utile: dopotutto era stato Portento a scrivere «Te la do io la Francia» nel 1969, ben prima dei fortunati «Te la do io l’America» e «Te lo do io il Brasile»: «Dovevamo anche fare “Te la do io Reggio Calabria”, perché io sono di Bagnana Calabra, ma non se ne fece più nulla» dice l’ex amico. Grillo ormai era lanciatissimo. Nel 1977-78 sulla Rai partecipò a «Secondo voi» e nel 1979 a «Luna Park», stesso anno in cui esordì come presentatore a «Fantastico» assieme a Loretta Goggi, programma di Antonio Ricci. Di lì in poi potrà scegliersi nuovi autori che gli scrivano le battute: Ricci medesimo e Stefano Benni tra questi. Fu il successo vero, e nondimeno i soldi veri che il fratello Andreino prese a gestirgli: anche perché il Giuse non si fidava di nessuno. La Cannelli Grillo era stata ceduta agli stessi operai che ci lavoravano, e cominciarono altri investimenti. L’attico di corso Europa venne trasformato in un centro benessere (massaggi, ecc.) curato da certo professor Mario Miranda: ma l’impresina fallì quasi subito. Ben prima di acquistare una villa al Pevero, in Costa Smeralda, acquistò tre appartamenti nel residence Marineledda nel golfo di Marinella, dove Silvio Berlusconi ha la sua famosa villa. Ottenne forti sconti, Grillo, promettendo che sarebbe venuto a fare delle serate di cui non si ha notizia. Fece tutto col fratello, da cui rileverà la maggioranza assoluta (99 per cento) dell’immobiliare Gestimar di Genova. Cominciò anche la sfilza delle belle auto, in ordine sparso: Porsche, Chevrolet Blazer, secondo alcuni una Maserati, e sicuramente, più avanti, una Ferrari 308 bianca e una Ferrari Testarossa (rossa, chiaro) che terrà parcheggiata davanti alla discoteca Davidia di Genova, coperta da apposito telone.Jeep, ville e guai giudiziari. La vita spericolata di BeppeIl fustigatore dei pregiudicati fu condannato per aver provocato un incidente nel quale persero la vita due suoi amici e un bimbo. E si salvò da un abuso edilizio con i condoni che adesso critica Alla fine degli anni Settanta Giuseppe Piero Grillo prende moglie: a Rimini conobbe la proprietaria di una pensioncina, Sonia Toni, e in breve si sposarono. Avranno una figlia, Valentina, e Davide, nato purtroppo con dei problemi motori. Il girovagare di Grillo tra i residence di Roma e Milano, tuttavia, renderà le cose difficili molto presto. Su un importante quotidiano nazionale, pochi anni dopo, la moglie rilascerà un’intervista in cui accuserà il marito di non andarla a trovare praticamente mai e soprattutto di lasciarle sempre pochissimi soldi. Ma oggi i rapporti sono ottimi: anche se si è vista negare, da ex candidata per i verdi a Rimini, il famoso bollino grillesco che suo marito rilascia alle liste civiche. Si è arrabbiata molto. Il giorno più nero. Il tardo 1981 e non il 1980, come erroneamente riferito nel suo blog, è l’anno in cui il comico diviene protagonista di un episodio destinato a segnalarlo per sempre. Il 7 dicembre, da Limone Piemonte, decide di partirsene con alcuni amici alla volta di Col di Tenda, un’antica via romana tra la Francia e la Costa ligure: in pratica sono delle strade sterrate militari in alta quota che portano a delle antiche fortificazioni belliche. Con lui ci sono i coniugi Renzo Giberti e Rossana Guastapelle, 45 e 33 anni, col figlio Francesco di 8, oltre a un altro amico che si chiama Alberto Mambretti. Per farla breve: quel viaggio, d’inverno, è una follia. È una strada d’alta quota non asfaltata, e un altro gruppo di amici, nonché un’opportuna segnaletica, sconsigliano vivamente: a esser precisi, la strada è tecnicamente chiusa. Fa niente: Grillo ha uno Chevrolet Blazer, un costoso ed enorme fuoristrada rivestito esternamente di legno e peraltro inquinantissimo. Un quinto amico, Carlo Stanisci, forse si avvede del pericolo e decide di scendere assieme alla fidanzata e al cane. Finisce malissimo: all’altezza di Bec Rouge, alpi francesi, l’auto sbanda su un ruscelletto ghiacciato e scivola verso una scarpata; Grillo riesce a scaraventarsi fuori dall’abitacolo, ma gli altri no, e l’auto rotola nella scarpata per un’ottantina di metri. Mambretti sopravvive non si sa come. I due coniugi muoiono, e ciò che resta del figlio viene trovato sotto la fiancata dell’auto. Sconvolto, Grillo si rifugia nella casa di Savignone che divide col fratello. Aspettando il processo, non si ferma: ha appena ultimato «Te la do io l’America», nel 1982 è protagonista di «Cercasi Gesù» diretto da Luigi Comencini e nel 1984 l’attende «Te lo do io il Brasile». E qui c’è un episodio, pure raggelante, raccontato in parte dall’Unità del 21 settembre scorso. Grillo accetta di partecipare alla Festa dell’Unità di Dicomano (nel fiorentino) per un cachet di 35 milioni. La sera dello spettacolo però diluvia, gente pochina e di milioni se ne incassano 15. Flop. I compagni di provincia cercano di ricontrattare il compenso, niente da fare: neppure una lira di sconto. Della segreteria comunista, tutta giovanile, l’unico che ha una busta paga si chiama Franco Innocenti, un 26enne: deve stipulare un mutuo ventennale nonostante abbia la madre invalida al cento per cento.Poi i citati film. Nell’84 c’è il processo per l’omicidio colposo. Emblematico l’interrogatorio in aula: «Quando si è accorto di essere finito su un lastrone di ghiaccio con la macchina?»; «Ho avuto la sensazione di esserci finito sopra prima ancora di vederlo»; «Allora non guardava la strada». Il 21 marzo, dopo una lunga camera di consiglio, Grillo venne assolto dal tribunale di Cuneo con formula dubitativa, la vecchia insufficienza di prove: questo dopo aver pagato 600 milioni alla piccola Cristina di 9 anni, unica superstite della famiglia Giberti. La metà dei soldi furono pagati dall’assicurazione: «La stampa locale, favorevolissima al comico, gestì con particolare attenzione la fase del risarcimento» racconta il collega Vittorio Sirianni. Il Secolo XIX, quotidiano di Genova, s’infiammò con un lungo editoriale a favore dei giudici e dell’avvocato Pasquale Tonolo, ma l’entusiasmo fu di breve durata: l’accusa propose Appello e venne fuori la verità, ossia le prove: il pericolo era stato prospettato, oltretutto, da una segnaletica che nessun giornalista frattanto era andato a verificare. La strada era chiusa al traffico, fine.La Corte d’appello di Torino, il 13 marzo 1985, lo condannò a un anno e quattro mesi col beneficio della condizionale, ma col ritiro della patente: «Si può dire dimostrato, al di là di ogni possibile dubbio, che l’imputato risalendo la strada da valle, poteva percepire tempestivamente la presenza del manto di ghiaccio (...). L’esistenza del pericolo era evidente e percepibile da parecchi metri, almeno quattro o cinque, e così non è sostenibile che l’imputato non potesse evitare di finirci sopra», sicché l’imputato «disponeva di tutto lo spazio necessario per arrestarsi senza difficoltà», ma non lo fece, anzi decise «consapevolmente di affrontare il pericolo e di compiere il tentativo di superare il manto ghiacciato. Farlo con quel veicolo costituisce una macroscopica imprudenza che non costituisce oggetto di discussione».Non andrà meglio in Cassazione, l’8 aprile 1988: pena confermata nonostante gli sforzi dell’avvocato Alfredo Biondi, che nel settembre scorso è stato peraltro inserito da Grillo nella lista dei parlamentari condannati e dunque da epurare: il reato fiscale di Biondi in realtà è stato depenalizzato e sostituito da un’ammenda, tanto che non figura nemmeno del casellario giudiziario, diversamente dal reato di Grillo che perciò, secondo la sua proposta di non candidatura dei condannati, non potrebbe candidare se medesimo.La villa di Sant’Ilario. Ma la vita continua. Nel 1986, poco in linea con certe sue intransigenze future, fu protagonista di alcuni spot per gli yogurt Yomo: «Ci hanno messo 40 anni per farlo così buono», diceva indossando una felpa con scritto «University of Catanzaro». «Lo yogurt è un prodotto buono», si difese lui. Per quella pubblicità vinse un Telegatto. È il periodo in cui andò a vivere a Sant’Ilario, la Hollywood di Genova: una bellissima villa rosa salmone, affacciata sul Monte di Portofino, con ulivi e palme e i citati frutti e ortaggi di plastica. Non fece scavare una piscina, ma due: cosa che piacque poco ai vicini e soprattutto al dirimpettaio Adriano Sansa, già poco entusiasta del terrazzo di 100 metri quadri che Grillo fece interamente ricoprire inciampando in un clamoroso abuso edilizio cui pose rimedio con uno di quei condoni contro cui è solito scagliarsi. Qualche modesto provincialismo anche all’interno, tipo la foto di lui avvinghiato a Bill Clinton appoggiata sopra il pianoforte.Poi c’è la telenovela dei pannelli solari, pardon fotovoltaici. L’ex amministratore delegato dell’Enel, Chicco Testa, si è espresso più volte: «Grillo diceva che a casa sua, con il solare, produceva tanta energia da vendere poi quella in eccesso. Ma feci fare una verifica e venne fuori che da solo consumava come un paesino». In effetti si fece mettere 20 kilowatt complessivi contro i 3 kilowatt medi delle case italiane, sicché consumava e consuma come 7 famiglie. L’Enel, dopo varie lagnanze di Grillo, nel 2001 decise di permettere l’allacciamento alla rete degli impianti fotovoltaici (come il suo) e addirittura di rivendere l’elettricità in eccesso all’Enel stessa: quello che lui voleva. Il suo contratto di fornitura, con apposito contatore, fu il primo d’Italia. E da lì parte la leggenda dell’indipendenza energetica di Grillo: in realtà il suo impianto di Grillo è composto da 25 metri quadrati di pannelli e produce al massimo 2 kilowatt, buoni per alimentare il frullatore e poco altro. A ogni modo le polemiche ambientaliste di Grillo ebbero a salire proprio in quel periodo: «Anche Chicco Testa dovrebbe essere ecologista, e tutto quello che sa dire è che ci vuole più energia quando il 90 per cento di energia di una lampadina va sprecata. Non si tratta di produrre più energia, ma di risparmiarla». Giusto. Lui però intanto consumava, e consuma, come una discoteca di Riccione.L’antipolitica di Beppe, un business da 4 milioniQuest’ultima puntata è dedicata alla decodificazione di alcune balle su Beppe Grillo e di Beppe Grillo. Anzitutto delle precisazioni. Come visto, Giuseppe Piero Grillo non ha solo fruito due volte di un condono fiscale tombale, ma anche di un condono edilizio nella sua villa di Sant’Ilario. Come visto, poi, la pretesa di impedire la candidatura di chi abbia avuto delle condanne penali in giudicato (regola che non esiste in nessun Paese del mondo) precluderebbe ogni candidatura di Beppe Grillo medesimo, che è pregiudicato per omicidio colposo plurimo. A questa condanna, raccontata nella puntata di ieri, va aggiunto un patteggiamento per aver definito Rita Levi Montalcini «vecchia p...» in un suo spettacolo del 2001: dovette pagare 8400 euro e la causa civile è ancora in corso, anche perché Grillo sostenne che la scienziata ottenne il Nobel grazie a un’azienda farmaceutica. A proposito dei referendum promossi dalle piazze grillesche, invece, vediamo che anche il promotore Antonio Di Pietro invoca che un parlamentare non resti tale per più di due mandati: ma non ha detto che lui, di mandati, ne ha già collezionati cinque, per un totale di anni 11. Anche Marco Travaglio, venerdì, ha tuonato contro i finanziamenti pubblici all’editoria: ma non ha detto che il suo giornale, l’Unità, percepisce più contributi di tutti, e non «come tutti i giornali italiani» (parole sue, rivolte alla folla beona del V-day), bensì nella modalità assai più danarosa riservata alla stampa politica; dalla Rai all’Unità, insomma, Travaglio è pagato coi soldi dei contribuenti. Per chiudere con la manifestazione di venerdì: Piazza San Carlo è grande 168 per 76 metri, dunque 12.768 metri quadri che moltiplicati per 3 (tre persone ogni metro, e sono già tante) dà 38.304 persone totali, non 120mila come dal blog di Grillo: «Eravamo in 120.000. Chi era presente lo sa e anche chi può informarsi in Rete». Grillo non a caso riconosce solo la rete, per quanto la cosa, nel tempo, si sia configurata come un’ossessiva paura del confronto. Interviste non ne rilascia, ed è nota l’esperienza del giornalista Sandro Gilioli: nel gennaio scorso si mise d’accordo col comico per un’intervista di quattro pagine, ma poi si vide respingere le domande perché definite «offensive e indegne»: tuttavia, una volta rese pubbliche, si sono rivelate del tutto ordinarie. Poi c’è il capitolo libri: Grillo, semplicemente, è solito bloccare qualsiasi volume che lo riguardi. Nel 2003 fece diffidare e bloccare «Grillo da ridere» di Kaos edizioni, biografia a lui favorevole: la scusa fu che conteneva un’eccedenza di testi dei suoi spettacoli. Nel 2007 invece ha diffidato e bloccato «Chi ha paura di Beppe Grillo?» di Emilio Targia, Edoardo Fleischner e Federica De Maria, scritto per Longanesi: tre studiosi che hanno seguito Grillo per anni; aggiornato due volte, Longanesi infine ha lasciato perdere per non avere grane. Il libro, dopo che per analoghi motivi era stato rifiutato da ben 23 editori, è uscito infine per Selene edizioni giusto in questi giorni. La biografia «Beppe Grillo» uscita infine per Aliberti, e scritta da Paolo Crecchi e Giorgio Rinaldi, è nelle librerie dal novembre scorso nonostante le minacce fatte recapitare da Grillo, ai due autori, a mezzo del giornalista della Stampa Ferruccio Sansa, figlio del suo dirimpettaio Adriano. Tutte le cause, infine, per risparmiare, sono promosse dallo studio legale del figlio di suo fratello Andrea. Va anche detto che l’atteggiamento di Grillo, casta di se stesso, probabilmente non è solo ascrivibile alla preservazione di un culto della propria personalità: semplicemente, vuole essere l’unico a guadagnare col proprio nome. Il blog che non lo è Sotto questo profilo, la definizione corretta del suo celebre blog, aperto il 26 gennaio 2006, è «sito commerciale»: come tale è infatti classificato. I numeri parlano chiaro: un anno prima del blog, nel 2004, Grillo ha fatturato 2.133.720 euro; nel 2006, due anni dopo, ne ha fatturati 4.272.591. La politica del Vaffanculo sta rendendo bene. Nel citato «Chi ha paura di Beppe Grillo», i tre autori hanno monitorato il sito per tre anni osservando come Grillo, spesso con la scusa della battaglia per la democrazia e il finanziamento dei V-day, venda ogni genere di gadget: video del V-day, dvd dello spettacolo Reset, libro «Tutte le battaglie di Grillo», eccetera. Anche i circolini politici rendono: chi vuole aprire un fan club deve pagare 19 dollari per un mese (dollari, perché la piattaforma è negli Usa) che sono scontati a 72 per chi prenota un semestre. Per ora i circoli sono poco più di 500, ed è già un bel rendere.Solo alla rete e a Grillo, dunque, dovremmo affidare le verità su Grillo. Tipo questa: «Ho avuto una Ferrari, ma l’ho venduta». Fine. Salvo scoprire, certo non sulla rete, che di Ferrari ne ha avute due, più Porsche, Maserati, Chevrolet Blazer, eccetera. Oppure, sempre parole sue: «Ho due case, una a Genova e una in Toscana». Fine. Salvo scoprire, certo non sulla rete, che una in effetti è a Bibbona, Livorno, 380 metri quadri e 5.600 metri quadri di terreno; ma risulta intestato a lui anche l’appartamento di Rimini dove stava con l’ex moglie, senza contare che la Gestimar, la sua società immobiliare gestita dal fratello, possiede i tre appartamenti a Marinelledda, una villa a Porto Cervo, due locali più garage a Genova Nervi e infine un esercizio commerciale a Caselle, oltreché un garage in Val d’Aosta. Oppure, ancora: «Ho avuto la barca, ma l’ho venduta». Salvo scoprire, certo non sulla rete, che di barche ne avute diverse; una forse l’avrà anche venduta, ma il panfilo «Jao II» di 12 metri, in realtà, risulta affondato alla Maddalena il 5 agosto 1997. C’erano a bordo anche Corrado Tedeschi (che oggi odia Grillo pubblicamente) con la sua compagna Corinne. La barca finì su una secca peraltro segnalatissima, e fu salvato dalla barca dei Rusconi, gli editori. Grillo fu indagato per naufragio colposo, procedimento archiviato. Un’altra volta, il 29 maggio 2001, riuscì nell’impresa si insabbiare un gommone nel profondissimo mar Ligure, alla foce del Magra: con lui c’era Gino Paoli, fu una giornata senza fine. Del condono tombale chiesto e ottenuto per due anni e per due volte dalla citata Gestimar, dal 1997 al 2002, diamo conto velocemente. Fu certo lecito, ma non obbligatorio. Il problema è che era esattamente il genere di condono contro il quale Grillo si era scagliato più volte, e in particolare con una lettera indirizzata al direttore di Repubblica risalente al giugno 2004. Se vorrà ne riparlerà Grillo medesimo, tra un vaffanculo e l’altro.Il nuovo Coluche. Difficile scacciare l’idea che Grillo non sogni di potersi ispirare un giorno a Michel Coluche, l’attore e comico francese che peraltro ebbe l’onore di conoscere sul set del film «Scemo di guerra» di Dino Risi: «Beppe si ingelosì molto del rapporto speciale che avevo con Michel», ha detto il regista. Coluche, idolo del box office transalpino, dai suoi spettacoli metteva alla gogna i politici e un bel giorno annunciò la candidatura all’Eliseo. Si ritirò solo all’ultimo, ma i sondaggi parevano garantirgli una messe incredibile di voti.Forse qualcuno avrebbe potuto già insospettirsi dall’esordio cinematografico di Grillo: «Cercasi Gesù», dove appunto interpretava un Cristo moderno anticipando la sindrome «Joan Lui» dell’altro aspirante santone, Adriano Celentano. Anche la discesa in campo di Silvio Berlusconi nel 1994, e relativo successo, deve averlo alquanto impressionato. Come rilevato da Libero il 3 ottobre scorso, Grillo mise il suo primo bollino elettorale proprio su Berlusconi: «Sono da mandare via, da mandare via questa gente qua, da votare gli imprenditori, ecco perché sono contento che è venuto fuori Berlusconi: lo voglio andare a votare». E qui siamo appunto nel 1994. Nella primavera successiva, vediamo, Grillo modificò il suo giudizio e lo spruzzò di venature appena megalomani: «Candidarmi sarebbe un gioco da ragazzi, prenderei il triplo del Berlusca» disse a Curzio Maltese su Repubblica. «Mi presento in tv e dico: datemi il vostro voto che ci divertiamo, sistemo due o tre cose. Un plebiscito». Poi, nel 2003, la svolta: «Per arrivare a Berlusconi dobbiamo essere diventati parecchio stupidi». Già covava. Ma una vera discesa in campo, Giuseppe Piero Grillo, non l’ha ancora fatta. Deve ancora discuterne col commercialista.di Filippo Facci.Giacomo Amadori per “Panorama”Vaffa... a chi dice che l’onestà non paga». Sembra di sentirlo il ragionier Giuseppe Grillo, classe 1948, mentre gongola davanti al suo estratto conto e srotola la sua inconfondibile cantilena. Infatti lui, l’instancabile fustigatore di furbetti e mariuoli, di privilegi e clientele, ha praticamente raddoppiato il suo reddito da quando indossa i panni scuri (rigorosamente oversize) del Savonarola «crossmediale» (la definizione è contenuta in un saggio recente), a cavallo tra la piazza virtuale di internet e quelle reali dei «V-day» (venerdì 25 aprile l’appuntamento è a Torino per manifestare contro la «casta dei giornalisti» in nome di «una libera stampa in un libero stato»). La svolta per le sue finanze arriva con l’apertura, il 26 gennaio 2005, del cliccatissimo blog internettiano e con il tour teatrale Beppegrillo.it: il primo caso di uno spettacolo che promuove l’indirizzo di un sito. Ma vediamo i dettagli. Panorama ha esaminato le sue ultime dichiarazioni dei redditi e ha avuto conferma, innanzitutto, che Grillo paga le tasse. Molte. Visto che l’Istat non prevede l’attività di predicatore online, il commercialista di Grillo, il genovese Stefano Cecchi, denuncia i guadagni del cliente alla voce «creazioni nel campo della recitazione». Come un comico o un attore qualsiasi. Anche gli introiti non sono quelli di un leader politico, più o meno virtuale. Infatti Grillo ha dichiarato nel 2006 un reddito imponibile di 4.272.591 euro, 20 volte quello del presidente del Consiglio uscente, Romano Prodi (217 mila euro nel 2006). Gli anni precedenti per Grillo («Ragioniere che sa fare bene i suoi conti» lo definisce scherzando l’ex compagno di scuola Roby Carletta), senza sito e spettacolo tematico, erano stati meno remunerativi. Nel 2004 e nel 2003 gira l’Italia con lo show Black out, facciamo luce e dichiara rispettivamente 2.633.720 euro e 2.133.694; nel 2002 batte i teatri con il tour Va tutto bene e le entrate sono più o meno le stesse: 2.214.286. Insomma, sebbene la moglie di Grillo, la signora Parvin, a un’amica abbia confidato che non si vive di soli V-day, certo essi aiutano. Dal gennaio 2005 Grillo elettrizza l’etere con il suo blog: il settimanale statunitense Time nel 2005 dichiara lo showman genovese uno degli «eroi europei» dell’anno e nel 2008 promuove il suo diario internet tra i 25 più influenti del globo. Un palco virtuale da cui il tribuno arringa in media, si dice, 200 mila persone al giorno. Da qui spedisce sfratti a parlamentari e ministri, liquida i partiti, licenzia manager e impartisce lezioni ecologiste. Ma se le prediche e la discesa in campo, per ora, non hanno dato i risultati sperati a livello elettorale (alle recenti amministrative le nove liste di «amici di Grillo» presenti in regioni e capoluoghi di provincia hanno racimolato in tutto un deputato siciliano e un paio di consiglieri comunali), dal punto di vista economico si sono rivelate un trionfo. Come sottolinea Aldo Marangoni, manager dell’agenzia che lo segue da circa trent’anni: «Da quando è partito il blog è stato un successo crescente». Una media di 5 mila spettatori per 80-90 date a tournée, quasi mezzo milione di persone pronte a pagare dai 20 ai 30 euro per ascoltarlo nei palasport. «Le date registrano il tutto esaurito in tempi sempre più brevi» aggiunge Marangoni. Che nel 2005 ha versato a Grillo 3.942.038 euro (cifra cresciuta negli anni successivi). E il resto della torta? Nella dichiarazione 2006, 512.132 euro provengono dalla Società italiana degli autori ed editori (Siae); 69.784 dalla Casaleggio associati, l’agenzia che gestisce il suo blog (quell’anno all’esordio); 45 mila dalla Feltrinelli (con cui ha pubblicato Tutto il Grillo che conta); 15.500 dal settimanale Internazionale, per cui scrive. Gli fruttano anche gli investimenti fatti presso la Banca Antonveneta che nel 2005 subiva la scalata della Banca popolare di Lodi di Gianpiero Fiorani, arrestato a dicembre di quell’anno per aggiotaggio, insider trading, truffa aggravata e associazione per delinquere. Quella volta Grillo, al contrario di altre occasioni (per esempio nella vicenda Parmalat), non era riuscito a preconizzare quello che sarebbe accaduto. Certo le apparenti contraddizioni non spaventano l’uomo. Lo sanno bene gli amici dell’infanzia, quelli che si radunavano in piazza Martinez per sfidarsi con le grette o nelle gare di sputi, o magari per organizzare scherzi feroci (una volta rischiarono di ustionare un barbone che dormiva). «Giuse, come lo chiamavamo» dice Carletta, cabarettista pure lui, «nel ’68 non si interessava di politica. Tra di noi chi metteva l’eschimo lo faceva per cuccare ai festival dell’Unità». Mentre a scuola venivano organizzate le prime assemblee studentesche, Grillo scarabocchiava alla lavagna i testi delle canzoni di Celentano. All’impegno preferiva le vasche con gli amici in via XX Settembre, il repertorio di Pippo Franco e Duilio Del Prete e le feste con paste secche e vermut. «Quando ballava a guancia a guancia nella penombra era l’unico momento in cui lo vedevamo serio» ricorda ancora Carletta. Un giorno «porcellino» (il suo soprannome, vista la silhouette tondeggiante) corteggiò la ragazza del giovane sbagliato che in cambio gli ruppe i denti con una testata. Quasi una fortuna visto che gli incisivi sporgenti erano poco telegenici. E che la politica non lo interessasse lo conferma l’ex amico Orlando Portento: «Ha fatto spettacoli per tutti i partiti, ma non certo per motivi ideologici». All’epoca alla politica preferiva le auto sportive e le donne, sebbene sia sempre stato accompagnato dalla fama di genovese parsimonioso: «Ricordo che a Nervi girava con una tuta senza tasche e io gli dicevo che era meglio pagare un caffè che un cardiologo» conclude Portento. Nel 1990 cambia tutto, Grillo, scovato da Pippo Baudo in un cabaret milanese, viene cacciato dalla tv per una battuta sui socialisti: scopre così l’impegno e i teatri. Nel 1991, secondo un sondaggio Abacus, è il comico più popolare. Iniziano i discorsi all’umanità e le sue performance televisive entrano nel circuito dei programmi di culto. Sino alla scoperta del blog e della sua capacità di rilanciare temi e polemiche che incrementano il fenomeno commerciale. Un meccanismo esaminato nel saggio Chi ha paura di Beppe Grillo? pubblicato in questi giorni dalla Selene edizioni. I tre autori hanno tenuto sotto osservazione il sito per quasi tre anni. «Chi spera di trovare un blog in realtà entra in uno splendido negozio con un sistema di vendita che funziona benissimo» afferma Edoardo Fleischner, saggista e docente di nuovi media e società all’Università Statale di Milano. Via internet Grillo vende ogni genere di gadget. Basta cliccare sul sito www.beppegrillo.it per rendersene conto. Di fianco ai vari «comunicati politici» e agli aggiornamenti sul V2day c’è un suq dove manca solo la boccetta con il fiato di Grillo: in catalogo il video del V-day 2007 (l’offerta è libera, ma Grillo precisa: «Chi vuole la mia rovina economica e non verserà neppure un centesimo dovrà almeno pagare le spese di spedizione»), il dvd dello spettacolo Reset (10,20 euro), il libro Tutte le battaglie di Grillo (9,40) e molto altro. Non manca un’area riservata ai negozi. I librai non possono acquistare meno di 25 pezzi e non è previsto il reso. Questa è la legge di Grillo. Che trasforma in «palanche» tutto quello che tocca. Persino le sezioni virtuali del partito fruttano. Chi vuole aprire un fan club deve collegarsi alla piattaforma statunitense Meetup.com e pagare una quota: 19 dollari per un mese, scontati a 72 per chi prenota un semestre. Visto che i meetup segnalati sul sito sono 508 (per 360 città e 72 mila iscritti), i conti sono presto fatti: garantiscono un introito di almeno 73 mila euro l’anno. Non è chiarito se quei denari vengano incassati interamente dagli americani. Di certo iscriversi è facile: anche Panorama, utilizzando un solo indirizzo email, ha fondato tre «Beppe Grillo meetup»: «Libera stampa», «Mondadori» e «Segrate». In pochi minuti erano già prenotabili online (sul sito Meetup.com) magliette (16,95 dollari), cappellini (11,95), tutine per neonati (16,95) e tazze (12,95) con i loghi dei nuovi gruppi. Il sito di partenza (Beppegrillo.it) è gestito dalla Casaleggio associati di Milano, società nata nel 2004 e specializzata nel far fruttare al massimo la rete. Nel 2005 ha dichiarato un volume di affari di 40.525 euro e perdite per 66.833 euro, l’anno successivo, dopo il necessario rodaggio e l’incontro con Grillo, il fatturato è schizzato a 1.187.724 con un reddito imponibile di 380.505 euro. Il guru dell’agenzia è il perito informatico Gianroberto Casaleggio, 53 anni e riccioli alla Angelo Branduardi. Tra i suoi best-seller Il Web è morto, viva il Web e Web ergo sum. Il merito della conversione a internet di Grillo è suo (nel 2000 l’ex comico genovese apriva gli spettacoli spaccando computer con una mazza da baseball). Nell’introduzione di un libro di Casaleggio, Beppe racconta il loro incontro in un camerino di un teatro livornese: «Cominciò a parlarmi di rete. Di come potesse cambiare il mondo. (...) Tutto fu chiaro, era un pazzo. Pazzo di una pazzia nuova, in cui ogni cosa cambia in meglio grazie a internet». Le antenne di Grillo si alzarono subito, forse perché la vera specialità di Casaleggio e soci è trasformare l’etere in euro. Per esempio a marzo la sua società ha presentato un focus su «tendenze, strategie, numeri e opportunità dell’e-commerce in Italia». Così oltre a mettere in vendita i prodotti del V-ideologo, Casaleggio è diventato pure il suo editore. Non tutte le idee rivoluzionarie di Casaleggio seducono Grillo. Per esempio, non sembra averlo convinto la battaglia per l’abolizione del copyright, visto che nei mesi scorsi il predicatore di Sant’Ilario ha fatto un esposto contro la vendita su eBay dei dvd taroccati dei suoi spettacoli. Risultato: il vicentino Alessandro B., 19 anni, si è trovato la Guardia di finanza in casa e il computer impacchettato. Casaleggio non si è scoraggiato e ha trasformato il blog di Grillo in un laboratorio. Basta leggere sul sito della società: «L’obiettivo è sviluppare in Italia una cultura della rete (...) con la creazione di gruppi di pensiero e di orientamento». E che cosa sono i grillini se non questo? Il marketing virale (il vecchio passaparola), uno dei cavalli di battaglia di Casaleggio, a settembre ha portato in piazza circa 1 milione di persone per il V-day. Casaleggio, secondo alcuni, direbbe la sua anche sui contenuti del sito, oltre che sulle strategie. Fleischner è esplicito: «Grillo ha confessato che gli spunti sono suoi, ma che per la stesura dei suoi temutissimi articoli riceve degli aiutini». Molte delle idee di Grillo, come la repentina (e ora un po’ sopita) passione per il mondo virtuale di Second life (trasmessa pure ad Antonio Di Pietro, altro cliente famoso di Casaleggio), sono ispirate dal perito informatico milanese. Però la sua biografia non è quella del ribelle estraneo all’establishment. I biografi raccontano che alla fine degli anni 90 lavora all’Olivetti di Roberto Colaninno, poi diventa amministratore delegato della Webegg (società con 600 dipendenti), joint-venture tra Olivetti e Telecom che si occupa di consulenza strategica per internet. Nel 2000 siede con Michele Colaninno (il figlio minore di Roberto) nel consiglio di amministrazione della Netikos, un’altra agenzia internettiana. Nel 2004 Webegg viene ceduta alla Value partners e Casaleggio insieme con altri fuoriusciti dalla Webegg si mette in proprio. Tutta gente che si muove bene nel mondo finanziario, tanto che qualche maligno rilegge in filigrana alcune delle battaglie nell’agenda di Grillo.Ma i cacciatori di pagliuzze rinfacciano al Beppe nazionale altre incoerenze. Lo accusano di promuovere una legge per lasciare fuori dal Parlamento i politici condannati in primo grado, sebbene abbia una condanna definitiva per omicidio colposo in un incidente stradale. Gli appunti dei puristi non finiscono qui: nel 2003 la Gestimar, l’immobiliare di famiglia di cui Giuse è socio insieme con il fratello Andrea (nel 2006 hanno denunciato 12 appartamenti in provincia di Genova, per un reddito imponibile di 53.530 euro), ha usufruito del berlusconiano condono tombale, uno dei bersagli preferiti negli spettacoli di Grillo. Peccati veniali che non intaccano la fiducia dei fan. Anche perché le disavventure giudiziarie non risparmiano neppure loro. A Genova, la capitale del grillismo, uno degli organizzatori del V2-day, che ha presentato in questura il preavviso per la manifestazione del 25 aprile, nel 2007 è stato condannato (patteggiando) a 1 anno e 4 mesi per bancarotta fraudolenta. Ma questa è un’altra storia.

martedì 16 giugno 2009

Siglato a Roma il patto d'azione tra Forza Nuova e il Movimento Nazional Popolare

Il giorno 13 giugno, I dirigenti del Movimento Nazional Popolare Rutilio Sermonti, Nicola Cospito, Massimo Tirone , Adriano Rebecchi, si sono incontrati, presso la segreteria nazionale di Forza Nuova in Via Cadlolo a Roma, con Roberto Fiore, Gianguido Saletnich, Gianni Correggiari e Gianluca Costa e hanno concordato un Patto di unità operativa su tutto il territorio nazionale.Gli obiettivi di suddetto patto sono:a.. costruire in tutta Italia un' opposizione sociale e nazionale, alternativa al centro destra e al centro sinistra; b.. costruire una classe politica forte e preparata attraverso l' istituzione di una scuola di formazione permanente; c.. cooperare fattivamente già da oggi in tutte le iniziative politiche e di lotta d.. costituire un solido punto di riferimento e di richiamo per tutte le comunità militanti sparse sul territorio nazionale che vogliano contribuire al potenziamento di un grande movimento unitario Il patto unitario di azione tra Forza Nuova e il Movimento Nazional Popolare, oltre a costituire un fatto importantissimo, è un primo passo decisivo per riposizionare e riorganizzare sul fronte dell'alternativa tutte le energie disponibili a battersi sotto le bandiere della nostra migliore tradizione politica per lo Stato dell'Ordine e della Giustizia Sociale.I convenuti si sono dati appuntamento per un grande convegno da tenere presto a Roma sul tema dello "Stato Nuovo", alternativo alle concezioni liberali.Roberto Fiore ha colto l' occasione per ringraziare Rutilio Sermonti per essersi presentato sotto la bandiera di Forza Nuova alle elezioni per il rinnovo della Presidenza della Provincia di Latina.
Roma, 15 giugno 2009
Rutilio Sermonti
Roberto Fiore
Nicola Cospito
Gianguido Saletnich
Massimo Tirone
Gianni Correggiari
Adriano Rebecchi
Gianpaolo Costa

sabato 13 giugno 2009

Nuove Brigate Rosse, Fiore:"Sentenza Vergognosa"

Si e' concluso con 14 condanne e 3 assoluzioni il processo di primo grado in Corte d'Assise a Milano contro i membri delle nuove Brigate Rosse. Le condanne variano dai 15 anni ai 10 giorni di reclusione. Se a parti civili come il giuslavorista Pietro Ichino e alla presidenza del consiglio dei ministri sono stati accordati risarcimenti rispettivamente per 100mila euro ed un milione di euro a Forza Nuova che si è vista una sede bruciata non è stato riconosciuto alcun risarcimento.L'On. Roberto Fiore, Segretario di Forza Nuova, commenta: "E' una sentenza vergognosa, che dimostra come si possano bruciare le sedi di Forza Nuova rimanendo impuniti, mentre i soliti potenti lucrano senza aver subito nulla. Gli imputati infatti sono stati assolti per l'incendio della nostra sede di Padova, nonostante le prove fossero inconfutabili. Alcuni degli imputati sono stati condannati a risarcire 100 mila euro al giuslavorista Pietro Ichino, contro il quale era stato programmato un attentato, e 1 milione alla Presidenza del Consiglio. Mentre per l'attentato a Forza Nuova, ossia la sola vera vittima dell'unica azione delle Brigate Rosse, a cui due anni orsono venne bruciata la sede dai nuovi brigatisti, nessuno pagherà nulla. "Il coordinatore nazionale di Forza Nuova Paolo Caratossidis aggiunge: "non si tratta di una questione di soldi, o di vendette, ma di principi. Con questa sentenza, i giudici legittimano di fatto le violenze e gli attentati contro Forza Nuova e contro le sedi dei partiti politici. Ichino verrà risarcito per un attentato che non ha nemmeno subito, ed a noi, unici ad aver subito la violenza, non resta che l'indignazione per l'ennesima ingiustizia di stato.Si apre la strada dell'appello sia da parte della procura che da parte nostra, ma già da oggi chiediamo l'intervento di tutte le istituzioni e del Ministro di grazia e giustizia."

mercoledì 10 giugno 2009

Forza Nuova sui risultati delle elezioni

Alle elezioni Europee Forza Nuova raccoglie in 4 circoscrizioni circa 150 mila voti.Il risultato è superiore circa del 50% a quello delle elezioni politiche del 2008.Considerando appunto l’ assenza della Circoscrizione Isole Forza Nuova raccoglie lo 0,6%Il centro Italia si rivela leggermente più forte del resto del Paese ma sembra che sia nord che sud vadano conformandosi al centro.Emerge chiaramente che le province e le città dove il lavoro politico è stato costante, visibile intelligente ed efficace i voti crescono fino a superare l 1% a Piacenza (1,5%) Lodi ( 1,2%) Benevento (1%) Chieti 1,2%. Sono molti i centri dove FN ottiene alte percentuali. Ma spiccano con il 10% e più Atessa (10%) San Leucio nel Sannio (12,8%). Un risultato ottenuto in condizione sfavorevoli se pensiamo che:il voto era “perso” vista l’ impossibilità di superare lo sbarramento la Lega al Nord e il PDL in tutta Italia vivono ancora una fase di luna di miele La Fiamma tricolore grazie ad una simbolo “attraente” raccoglie lo 0.8%..La Destra tracolla e in coalizione con Pensionati, Pionati e MPA ( nonostante il grosso risultato autonomista in Sicilia) non raccoglie voti dando un grave colpo alla credibilità del partito.Sul fronte delle preferenze Roberto Fiore raggiunge , superando l’ alto numero ottenuto 5 anni fa, 20 mila preferenze ( senza poterne raccogliere chiaramente in Sicilia e Sardegna). Nel centro Italia Fiore raccoglie oltre 6mila e Romagnoli poco più di 3mila.AMMINISTRATIVELe elezioni amministrative confermano l’ incapacità di Forza Nuova di conquistare seggi dove vige lo sbarramento: dove il lavoro è stato metodico, intelligente e efficace i risultati si ottengono. Lodi si conferma la prima provincia con il 2, 1%, Piacenza raddoppia il risultato delle comunali di un anno fa e arriva anch’ essa al 2%. Perugia va al 1, 5%. Brescia si conferma a poco meno dell’ 1% come una delle province dove forza militante e risultato elettorale vanno di pari passo.Risultati buoni a Senegrò 7, 8% (CO), Veniano 4,8% (CO) Druento 3,5%(TO) Montella 3,8% (AV) San Severo 1, 4% Corciano 2, 2% (PG) Casalpusterlengo 2,4%(LO).Viene eletto un consigliere nei seguenti comuni:Salgareda (TV)Caluso(TO)Rometta (ME)San Martino in Strada (LO)Melizzano(BN)Sotto i 1000 abitanti Forza Nuova prende 3 Consiglieri a Montebello Sul Sangro (CH) 2 a Dizzasco (CO) e 1 a Montecucco (AT) Forza Nuova quindi non spicca il volo ma consolida la sua presenza e cresce dove il lavoro è stato proficuo. Le alleanze d’area, salvo in un caso (Perugia), non raggiungono il risultato che si sperava.Forza Nuova deve proseguire nel cammino di un intransigente forza radicale sociale e nazionale contraria all’ immigrazione sfuggendo alle classificazioni di destra ed estrema destra che hanno sempre meno presa nel mondo d’oggi. Forza Nuova deve fortificare la propria immagine di forza tradizionalista ma fortemente rivolta verso il futuro. 1) Sono troppe le province dove non ci sono sezioni e referenti di FN. Sarà istituita una task force che ha come obiettivo la creazione di referenti credibili e di sezioni operative nelle zone dove non esiste nulla. Questa operazione porterebbe il Movimento ad un fisiologico incremento di militanti, quadri e di elettori2) Forza Nuova deve proseguire nell’ operazione di rafforzamento della nuova immagine forzanovista. La stampa forzanovista ed i siti saranno riordinati secondo questa logica.3) Con l’ avvicinarsi dell’ appuntamento elettorale dell’ anno prossimo FN deve individuare entro l’ estate i candidati alla presidenza della Regioni. E’ ovvio e logico che i candidati alla presidenza dovranno essere coloro che hanno conseguito risultati in quest’ ultima tornata: Lo stile di campagna da scegliere sarà quello sobrio , dinamico e chiaro che ha portato risultati buoni in alcune zone.4) rafforzamento della linea politica che vede Forza Nuova alternativa a Pdl e Lega. Nelle regioni del Nord, le sezioni e le federazioni devono sforzarsi di denunciare la ormai evidente contraddizione fra i programmi enunciati da un partito come la Lega e la effettiva situazione delle città del Nord governate da questo partito.5) forte attenzione va tenuta sul grande problema della moralità nella politica. E’ certo che nei prossimi mesi la questione morale riesploderà e che gran parte della corruzione politica si radica in ambito regionale. 6) Assieme alla questione immigrazione che rimane nella grande parte del territorio la questione numero 1, va posta forte attenzione alle questioni sociali. Lavoro , casa povertà delle famiglie, agricoltura e piccola impresa devono essere i capisaldi dell’ azione politica. La segreteria nazionale ritiene quindi di dover immediatamente convocare un ‘assemblea programmatica per sabato 11Luglio in una località del Centro Italia che sarà presto reso nota.Saranno convocati segretari di sezione, coordinatori provinciali e regionali, consiglieri del movimento ed esponenti qualificati che hanno aderito al movimento negli ultimi tempi.Inoltre convocherà entro la fine di Giugno l’ Ufficio Politico per avviare: un’ immediata ristrutturazione del sito il riavvio del Megafono La riforma nelle funzioni e nella composizione dello stesso Ufficio Politico.
La segreteria Nazionale

venerdì 5 giugno 2009

Europee, Forza Nuova:"Par condicio? Anche noi denunciamo!"

"Anche noi, come la ListaPannella-Bonino, intendiamo denunciare per abuso d'ufficio ed omissione d'atti d'ufficio i tre direttori dei telegiornali della Rai ed il direttore generale dell'azienda di viale Mazzini, Mauro Masi". Lo annuncia il coordinatore nazionale diForza Nuova, Paolo Caratossidis, che aggiunge: "Lo faro'personalmente. Nonostante i solleciti dell'Autorita' garante,infatti, la par condicio continua ad essere insultata e disprezzata dai potenti dell'informazione. Queste elezioni europee sono illegali, antidemocratiche, si tratta di un furto dell'informazione ai danni dei cittadini. Il nostro paese vive in uno stato di regime".

Conferenze Stampa, Share: Roberto Fiore batte Pier Ferdinando Casini

Roma, 4 giu (Velino) - Quindici “Conferenze stampa” di 50 minuti su RaiTre in prima serata tra il 27 maggio e il 5 giugno. Due a sera fino a venerdì quando il gran finale sarà riservato al Cavaliere (ore 21). E 15 “Interviste” dei leader su RaiDue - di 20 minuti ciascuna - con l’ultima parola lasciata a Dario Franceschini sempre venerdì alle 22.45. Ecco la “dolce” medicina - a cura di Rai Parlamento – che la commissione di Vigilanza ha deciso di somministrare ai palinsesti di Viale Mazzini e soprattutto ai telespettatori-elettori. Un popolo dell’Auditel che come da tradizione si è dato alla macchia lasciando alle tribune elettorali una manciata di nano-share. Le undici “Conferenze stampa” trasmesse fin qui sulla rete di Paolo Ruffini hanno registrato una media share del 3,29 per cento tenendo sul divano circa 800 mila spettatori di media. Tribune “degradate” che hanno “toccato il fondo” – per dirla con Michele Santoro – e che hanno risollevato un minimo la testa solo il primo giugno quando a rispondere alle domande di Giuliana del Bufalo si è presentato il segretario del Partito Democratico, Dario Franceschini: 6,55 per cento di share e un milione 591 mila spettatori. Certamente qualcosa in più dei “valorosi” 400 mila che (con share dell’1,59 per cento) il 27 maggio hanno visto la “Conferenza stampa” del rappresentante della Valle D’Aosta. Stasera toccherà a Pier Ferdinando Casini e a Roberto Castelli, domani a chiudere il cerchio ci penserà il Cavaliere. Share rasoterra anche su RaiDue con “Le interviste”. Ne sono andate in onda fin qui dodici, media share del 2,76 per cento e circa 500 mila spettatori. Qui la palma del più visto se l’è aggiudicata il primo giugno Antonio Di Pietro (Italia dei Valori): 770 mila spettatori con share del 4,99 per cento. Bene, nello stesso giorno, anche Roberto Fiore (Forza Nuova) che con 779 mila spettatori e share del 3,98 per cento ha messo in riga anche Casini che il 3 giugno ha parlato a soli 546 mila spettatori con share del 2,86 per cento. “L’intervista” più snobbata, invece, quella del 28 maggio (in collegamento) di Roberto Louvin, rappresentante delle Comunità alpine: 1,25 per cento di share con 220 mila spettatori di media. Uno tsunami di propaganda che verrà chiuso nell’ordine da Diliberto, Berlusconi e Franceschini; e che così com’è, appare utile solo a far grossi danni alla politica e alle casse di Viale Mazzini.

giovedì 4 giugno 2009

Fiore: "La lega Nord è un partito che vive di propaganda becera"

"Il nostro compito più imminente è svelare le innumerevoli menzogne propagandistiche della Lega Nord. E' un partito che vive di propaganda becera, di affermazioni false, di promesse mai mantenute, che ottiene il suo consenso facendo leva sulle televisioni del premier . E' un partito-fuffa che non ha progetti ne' programmi, e che se ottiene preferenze è solo grazie alla debolezza della sinistra, incapace di dissotterrare gli inganni leghisti. Ad un anno dalla formazione del nuovo Governo,le contraddizioni dell'Italia, in particolar modo quelli legati al tema traino della Lega, la sicurezza, sono più che raddoppiate. Le carceri continuano ad essere sovrappopolate da immigrati, gli extracomunitari clandestini sono raddoppiati in rapporto all'anno scorso, e nonostante tutto il partito di Bossi viene reclamizzato come l'ostia salvatrice dei mali della nazione. Le cose più intelligenti che escono da bocche leghiste sono tratte dal programma di Forza Nuova, solo che noi ci crediamo veramente, per loro è solo un modo per accaparrarsi voti che sarebbero nostri.Io non ci sto, ed intendo svelare le bugie leghiste in ogni occasione che mi si presenterà". Lo afferma il segretario di Forza Nuova, Roberto Fiore.

mercoledì 3 giugno 2009

Forza Nuova Parabita si dissocia dalle scritte comparse a Parabita

Dopo le continue "accuse", che fortunatamente si sono fermate a delle stupide ed affrettate "voci di piazza" rivolte verso di noi per le scritte comparse su manifesti e palazzi a Parabita, vogliamo semplicemente dissociarci dal fatto avvenuto. Forza Nuova non è protagonista di questi atti vandalici.
Forza Nuova Parabita
Cuib - "Carlo Falvella"

martedì 2 giugno 2009

Europee, Fiore:"Certi partitini vero voto utile"

"Il vero voto utile sta nel votare taluni "partitini" o come Berlusconi li vuole chiamare. Certi "partitini", infatti, sono normalmente molto più disinteressati e svincolati da logiche spartitorie e consociative di potere.Il mio, ad esempio, ne è completamente libero. Non è difficile capire come mai Pdl e Pd si siano mostrati e continuino a mostrarsi in disaccordo su tutto tranne che sullo sbarramento al 4%:due grandi consorterie, meno possibilità di confronto e controllo democratico per i cittadini sull'operato della politica.E' stupefacente come il Premier, nonostante il suo partito a suo dire navighi in ottime acque, si preoccupi dei voti che andranno ai "partitini": forse l'ingordigia fa si che di potere non si sia mai sazi."afferma il Segretario ed eurodeputato di Forza Nuova Roberto Fiore.

lunedì 1 giugno 2009

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